
Immaginate un cubo di un millimetro di lato, vuoto al suo interno e immaginate di riempirlo con una goccia del vostro sangue. I globuli rossi contenuti all'interno di questo piccolo cubo saranno circa cinque milioni. Non li vedete ad occhio nudo, sono molto piccoli, vedete solo il loro colore, il rosso.
Sono cellule a forma di disco biconcavo, al cui interno si trova l'emoglobina, la proteina che trasporta l'ossigeno che inspiriamo dai polmoni ai tessuti, e l'anidride carbonica che espiriamo dai tessuti ai polmoni.
Si formano nel midollo osseo da cellule progenitrici. La vita di un globulo rosso è di circa quattro mesi, per cui il midollo sforna continuamente nuovi globuli rossi e li immette nel circolo sanguigno.
Ok, direte voi, ma a che serve contare i globuli rossi? Potrei rispondere dicendo che se sono pochi c'è qualcosa che non va, ma anche se sono troppi c'è qualcosa che non va. Ma non è detto che sia proprio così.
A questo punto bisogna aprire una parentesi e parlare dell'intervallo di riferimento. Nel referto che avete in mano con i risultati delle vostre analisi, accanto alla colonna dell'esito di solito c'è quella dell'unità di misura e quella dell'intervallo di riferimento.
L'intervallo di riferimento viene costruito con formule matematiche in base alla popolazione che di solito afferisce al laboratorio di analisi. Prima veniva denominato intervallo dei valori normali, poi questo termine è stato abbandonato proprio perchè chi è fuori dell'intervallo di riferimento non è detto che abbia un valore anormale, cioè patologico.
L'intervallo di riferimento copre la variabilità biologica di quasi tutti gli individui sani che afferiscono al nostro laboratorio. Quasi tutti, ma non tutti.
Quelli che rimangono fuori o sono quei pochi sani non compresi nell'intervallo o sono malati o meglio qualche causa patologica ha fatto uscire il parametro globuli rossi fuori dall'intervallo di riferimento.
Capite bene che quando l'esito dell'analisi è fuori dall'intervallo di riferimento non è sempre semplice dare una risposta immediata al paziente, a volte occorre approfondire con un colloquio, una visita o con ulteriori accertamenti.
Torniamo ai nostri globuli rossi. Viene da me una signora e mi chiede se la conta dei suoi globuli rossi è normale. Leggo l'esito 4.59 milioni/mmc e il suo intervallo di riferimento 3.90-4.90 (femmina). La rassicuro ma lo capisce anche da se che tutto va bene.
Poi viene un signore con 7.96 milioni/mmc e il suo intervallo di riferimento è 4.20-5.40 (maschio).
Dice che è preoccupato perchè il precedente esame fatto l'anno scorso era normale. Ripasso mentalmente le possibili cause di poliglobulìa (così si chiama l'aumento del numero dei globuli rossi) e comincio a fargli qualche domanda. Scopro che è tornato il mese scorso da Quito in Ecuador dove ha vissuto tre mesi. Quito si trova a un altitudine di 2800 metri, dove l'ossigeno dell'aria è più scarso che al livello del mare. Il suo midollo osseo, per compensare la scarsità di ossigeno, ha prodotto più globuli rossi. Lentamente il loro numero tornerà ai livelli abituali.
Un ragazzo di circa venti anni aveva 2.92 milioni/mmc di globuli rossi. Tre giorni prima aveva avuto un incidente e aveva perso molto sangue.